venerdì 19 ottobre 2012

pacchetti??? a me!!



Ho deciso di fare delle nuove prove per impacchettare le mie cose.
Non è facile ideare qualcosa che possa andar bene sia per gli oggetti più piccoli che per quelli più ingombranti, ma è divertente provarci.
Ho avuto la fortuna di trovare quella che un tempo era la "carta del pesce", ormai non più usata e soppiantata dai poliaccoppiati, quei fogli insomma fatti in parte di carta e in parte di un sottile foglio di pellicola trasparente (ovviamente più difficili da smaltire correttamente).
Così ho pensato di farne delle buste più o meno grandi, con un foro da cui far passare filati di colore differente e un piccolo biglietto.
Che ne pensate?

giovedì 18 ottobre 2012

Una tenda molto lunga


Ecco, ve lo racconto.
In realtà non avevo proprio voglia di mettermi a cucirla, però quando si deve...
Così mi sono messa al lavoro. Ah già, ho dimenticato di dire che qui i soffitti sono alti!! Questa tenda alla fine sarà quasi 4 metri di altezza. Metri e metri di stoffa, pesante, ufff, pant.
Eppure a poco a poco, prendi la misura, piega, metti gli spilli, aggiungi, togli, eccoci qui!
Si arriva finalmente alla macchina da cucire.


Ma oggi la Principessa non collabora, si spezza il filo ogni minuto. "Che hai, Principessa del mio cuore, perché non vai avanti??", decine di minuti di prove per poi capire che la poveretta non aveva colpa. Come sempre. Avevo montato l'ago dal lato sbagliato.
Sapete, le Principesse queste cose le notano, e subito puntano i piedi!!
E così finalmente si va, più veloci della luce, alla cucitura finale!



Ecco finito, manca solo l'orlo, da fare come si conviene solo dopo la prova in sede :)
Ohhhhh come sono brava! (me lo dico da sola, che altrimenti....)!!
Arrivederci a nuove emozionanti avventure su questi schermi!!!


martedì 16 ottobre 2012

Della domenica, la fretta e la noia


Mentre a poco a poco l'autunno si affaccia, ma le temperature non sono ancora del tutto fresche, ci permettiamo di andare un po' in altura, diciamo oltre i 1000 m., giusto per respirare un po' meglio.
Ci siamo ripromessi quest'anno di fare più gite di questo genere, perché effettivamente è rilassante, ma anche ritemprante riuscire ad avere la possibilità di passare qualche ora nel silenzio e immersi nella natura.
Noi da questo punto di vista siamo molto fortunati, abbiamo mare e montagna, non resta che sfruttare meglio la generosità del nostro territorio.


Si va sempre di fretta, troppo di fretta. E invece dovremmo imparare a rallentare, imporci di farlo nei giorni di "riposo", dedicarci di più a noi stessi, a quello che ci fa stare bene.

Imparare l'arte del rilassamento mentale.
Dovremmo farlo tutti.
E invece di passare la vita  il tempo libero nei centri commerciali, decidere di passare la domenica all'aperto, recuperare il piacere del pic nic per terra, provare l'ebbrezza di partire per una destinazione non perfettamente identificata e fermarci dove più ci piace. La verità è che non lo facciamo più, o troppo raramente. Quasi ogni momento è pianificato, per farci stare dentro il più possibile.


Ma abbiamo bisogno anche di non fare nulla, anche di annoiarci, perché la noia è salutare ed è estremamente utile per innescare la fantasia e la creatività. I bambini infatti ne hanno estremo bisogno, molto più che stare davanti alla tv. E anche "i grandi".




domenica 14 ottobre 2012

Torta di farro alle mele


Buona domenica!
In attesa della nuova settimana, intanto ci godiamo (un po' ammaccati) questo fine settimana, dal tempo meraviglioso e caldo! Ebbene sì, è ancora molto caldo, sui 27°, nonostante siamo già a metà ottobre! 
Non ricordo un'estate tanto lunga come questa. Tutto sommato non mi dispiace, anzi vivrei volentieri sempre a questa temperatura, se potessi escludere quelle superiori starei indubbiamente meglio!
Godiamoci perciò questa bella giornata!!
E siccome ci è difficile stare con le mani in mano, ci diamo da fare per accontentare anche il palato. 
La torta è al farro per accontentare tutti, le dosi sono semplici: 350 di farina di farro (io uso quella integrale), 100 gr olio di girasole (o quel che preferite), 150 di latte vegetale (quello che preferite, io uso quello di riso), 1 uovo, 2-3 cucchiai di malto di riso, una manciata di uvetta sultanina, buccia di limone grattugiata, 3 mele a fette, lievito.

Buona domenica anche a voi!!

martedì 9 ottobre 2012

io, la lavastoviglie e il tempo


Il mio rapporto con la lavastoviglie è stato storicamente controverso. Quel lavoro di "sciacqua, abbassati, metti a posto, ti scivola un piatto, recupera la posata finita fuori dal cestello, tira fuori le stoviglie pulite", mi ha sempre infastidito. Però per anni ne ho avuto una in casa. Si ruppe, ne feci a meno per un discreto numero di anni. Poi ne arrivò un'altra, per altri 5 anni. Ora di nuovo ne faccio a meno.
Diciamoci la verità, è un tantino scocciante trovarsi il lavello occupato perennemente, se non sei sempre pronta a lavare prontamente ogni stoviglia (e io decisamente non lo sono!). Però, basta questo a farmi decidere per un nuovo acquisto?
In fondo non è poi così pensante lavare due volte al giorno le stoviglie, magari mentre preparo il pasto. D'altra parte c'è il costo della nuova macchina lavastoviglie, il costo per mantenerla (detergenti e energia elettrica), il tempo per caricarla e scaricarla. Ecco: il tempo.
Vorrei fare una riflessione sulla questione del tempo. Risparmio di tempo è una delle parole d'ordine dei pubblicitari. Ma è proprio vero che gli elettrodomestici fanno risparmiare tempo (e, sottinteso, denaro)?? 
Io credo che dovremmo considerare le tre variabili importanti: risparmio tempo, risparmio fatica, costo complessivo. Dal mio punto di vista, mentre la lavastoviglie e l'asciugatrice non offrono un risparmio di tempo e fatica che valga il loro costo, la lavatrice invece sì, enormemente, e per questo lo considero un acquisto decisamente importante e difficilmente evitabile. Di differente opinione è Doria che nel post (amabilissimo) sulle asciugatrici racconta la sua esperienza. 
In verità sul tempo risparmiato avrei tante cose da dire, ma aggiungo solo questo: forse dovremmo arrenderci al fatto che correre tutto il giorno cercando di fare TUTTO quello che vorremmo/dovremmo, è :
- illusorio
- frustrante
- ma soprattutto INUTILE 
Nonostante i mille salti mortali, sempre ci sarà qualcosa che non siamo riuscite a fare, mettiamoci il cuore in pace! 
E allora (forse) in una differente visione delle cose, anche lavare i piatti può assumere un altro aspetto.

giovedì 4 ottobre 2012

Letture: come vivere in 5 con 5 euro al giorno



Il titolo è accattivante, non c'è che dire, soprattutto in momenti difficili come quelli in cui viviamo. Perciò mi sono avvicinata con molto interesse a questo breve ma intenso libro.
Sin dall'inizio l'autrice Stefania Rossini mette in chiaro subito quale siano i principi che la sostengono nella scelta di praticare la decrescita. Ed è per questo che azzardo l'idea che il titolo non sia suo, perché lo trovo fuorviante. Il titolo vuole decisamente catturare l'attenzione, e vuol suggerire l'idea che all'interno troveremo un elenco di azioni per "risparmiare" (denaro). Ma invece, addentrandosi nella lettura, è subito chiaro che si parla anche d'altro, di risparmio di risorse, ma anche di rispetto per il creato, per le persone che lo popolano, per le cose, per gli oggetti che possediamo e che troppo spesso "consumiamo" velocemente. E per conseguenza tutto questo si concretizza in scelte che spesso sono anche economiche. Ma il risparmio di denaro non è il primo obiettivo, è solo una conseguenza.

Questo libro come giustamente dice l'autrice, vuole essere un incentivo a fare piuttosto che a comprare. Ed è questa frase che a mio parere, è il filo conduttore di tutto. Riflettere un po' di più sull'automatismo che ormai è in noi, quando da persone pensanti ci trasformiamo in consumatori. Quanti beni  acquistiamo automaticamente, mentre con pochissima fatica potremmo procurarceli da soli? E anche solo questo, ci farebbe risparmiare moltissimo. (Un giorno ne farò un mio personalissimo elenco, intanto suggerisco di osservare il proprio carrello della spesa)

Autoprodurre è utile per mille motivi, che scoprirete nella lettura del libro, insieme a una serie di suggerimenti utilissimi per migliorarsi. Questo libro per scelta non approfondisce tutto, perché vuole semplicemente lanciare delle idee, dei suggerimenti, a volte delle provocazioni. Sta al lettore decidere cosa farne, cosa trasformare in realtà e cosa no, cosa approfondire magari con la lettura di altri testi più specifici.

Credo che sia utile leggerlo, sia a chi vive già criticamente i propri consumi, sia a tutti gli altri, perché in mezzo a tanti suggerimenti si trova sempre un nuovo spunto a cui non avevamo finora mai pensato.
Migliorare è sempre possibile!

mercoledì 3 ottobre 2012

Autoproduzioni estive: melanzane sott'olio


Prima che questo scorcio d'estate sparisca definitivamente vi presento le mie ultime autoproduzioni. 
Mi piace proprio conservare i sapori dell'estate, per poterli nuovamente assaporare anche quando la stagione sarà cambiata.
Così da qualche anno, cerco di trovare il tempo e il modo per fare le conserve, un po' come mia nonna, insomma!! E di conserve ce ne sono di tutti i tipi, come tutti sappiamo.
Ho già parlato della conserva di pomodori e della caponata. Questa volta si tratta di melanzane (e zucchine) sott'olio.
Il procedimento è molto semplice, basta tagliare le melanzane (o le zucchine) a striscioline, metterle in acqua e sale per una ventina di minuti, quindi sbollentarle per un paio di minuti in una pentola in cui avrete messo per metà acqua e per metà aceto e un pizzico di sale. Quando parlo di aceto ovviamente parlo di quello vero, quello di vino, non di quello da supermercato, fatto chissà come!
Una volta sbollentate, vanno stese su un panno ad asciugare, almeno per qualche ora. Poi invasare, facendo strati e aggiungere aromi a piacere. Io uso grani di pepe nero, origano, aglio a fettine sottili e un pizzico di sale grosso, ma si può aggiungere quello che si preferisce.
Aggiungere l'olio e aver cura di non lasciare bolle d'aria. Chiudere i vasetti e conservare al buio.
Consumare all'occorrenza quando ce ne viene voglia!!


lunedì 1 ottobre 2012

Autoproduzione: i saponi naturali

sapone alla calendula, appena tagliato e ancora da stagionare

Ebbene sì! 
Questa è da un paio d'anni un'altra delle mie passioni. Ho imparato a fare i saponi!
E mi piace!!
Fa anche questo parte della mia/nostra trasformazione di vita, di cui ho spesso parlato. E' iniziato quasi per gioco, ho cominciato ad eliminare molti detersivi che avevo in casa, anche se a dire il vero non sono mai stata una patita dei detergenti. Per intenderci, non mai pensato che "per ogni pulizia c'è il prodotto giusto", e il mio armadietto dei detersivi è sempre stato morigerato. Comunque ho cominciato a fare a meno anche di quei pochi che usavo. Ho imparato a usare l'aceto, il bicarbonato e l'alcool per autoprodurmi spruzzini e paste detergenti. All'inizio usavo anche saponi (tipo marsiglia) normalmente in commercio, anche se cercavo di scegliere quelli con gli ingredienti migliori.
E poi sono passata a modificare le abitudini di consumo per quello che riguardava i saponi, shampoo e le creme per la persona.
Quando finalmente ho fatto il mio primo sapone, era passato già oltre un anno da che mi documentavo sul tema!
Troppo timorosa, direte voi. Non lo so, penso che ognuno ha i suoi tempi per maturare i cambiamenti. Si vede che per me è stato necessario quell'anno per decidermi di mettermi al lavoro. In ogni caso nulla è sprecato, ho imparato molto in quell'anno, pur senza sperimentare praticamente.
Fare il sapone è una di quelle "arti antiche" da rivalutare. Non solo perché è immensamente più salutare di qualunque altro prodotto acquistato, non solo perché è divertente inventarsi nuove ricette. Ma proprio per riappropriarsi di una pratica, quella di autoprodursi ciò che ci serve, che da un'immensa soddisfazione!!
Non ci vuole poi chissà quanto tempo! bastano un paio d'ore e non continuative.
Attenzione però!!! Ci sono effetti collaterali: 
1) da dipendenza
2) si diventa progressivamente insofferenti agli "odori" artificiali che i detersivi e i saponi commerciali lasciano addosso alle persone. Al punto che si percepiscono anche a grande distanza.
3) ti far venire voglia di sperimentare sempre nuovi progetti, perché in automatico penserai "se ho fatto i saponi posso riuscire pure a fare altro!".
Ma nonostante questo (o forse soprattutto per questo) io ne sono felice!
Ve lo consiglio!

P.S. se qualcuno di voi si sentisse invogliato a iniziare a capirci qualcosa in più ed eventualmente a cominciare ad autoprodursi il sapone (e/o creme e detergenti di tutti i tipi) consiglio l'iscrizione al gruppo di Yahoo in cui ho imparato tutto quello che so, oltre che al blog di Veggie, che ne è l'anima. Non finirò mai di ringraziare chi con pazienza mette a disposizione il proprio "sapere" per aiutare gli altri a procedere con le proprie gambe. Grazie Veggie e grazie tutti!



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