In queste ultime settimane ho letto moltissimi interventi su vari blog e su varie pagine di Fb sull'argomento "originalità della creazione".
Il discorso è ovviamente molto ampio e non pretendo qui di esaurire nemmeno tutto quello che io stessa penso sull'argomento. Ma ho voglia di mettere nero su bianco alcune mie considerazioni.
Comincio da alcune premesse. Copiare di sana pianta un progetto, un'opera, un testo o una foto altrui è un atto che non dovrebbe mai essere compiuto, non solo perché potrebbe essere un reato, ma per rispetto dell'autore e per rispetto di universali principi morali a cui tutti dovremmo fare riferimento. E' ovvio che chi trova in giro la propria opera copiata e diffusa (per scopi commerciali o no) si senta defraudato, e va a costoro tutta la mia comprensione e sostegno.
Fatte queste premesse vorrei però dire due cose.
1) la mala fede e il reato di plagio vanno provate nelle sedi opportune. Ciò significa che chi ne ha interesse deve rivolgersi alle autorità competenti per difendere i propri diritti. Se non si può (per varie ragioni) dimostrare che quella persona ha copiato qualcosa di cui solo noi detenevamo i diritti, non possiamo (legalmente) protestare. Questo significa (in parole povere) che se lo facciamo siamo noi ad essere esposti (e a ragione) a una denuncia per diffamazione o calunnia (a seconda delle parole che decidiamo di usare).
2) La gogna (seppure mediatica) non è ammessa nel nostro ordinamento, è deplorevole e dovrebbe essere deplorata da tutti coloro che invocano correttezza.
Mi dispiace invece osservare che al legittimo risentimento per una ingiustizia subita seguano troppo spesso una serie di atti che rappresentano (per me) una pericolosa deriva, il desiderio di stanare il colpevole, trovarne le prove, diffondere in ogni dove la notizia del "reato", e esporre il condannato alla pubblica gogna. Mi rendo conto che essendo esseri umani possiamo venire colti dall'(insano) desiderio di vendetta, ma non nascondiamoci che non è né corretto, né legale. Nemmeno di fronte al più efferato imbroglione.
Se vogliamo correttezza, usiamo correttezza. Se pretendiamo giustizia, chiediamola nelle opportune sedi: questa è la tutela migliore, dei propri legittimi interessi e anche quelli (troppo spesso invocati) del consumatore.
Ma come si fa a dimostrare legalmente che siamo noi i legittimi titolari del diritto a sfruttare un'idea? Lo sanno tutti: occorre brevettarla. Questo serve anche a dare una "data di nascita" certa, oltre che la paternità dell'idea. Se non registriamo le nostre "creazioni", dobbiamo essere pronti ad accettare che qualcun altro possa avere la nostra stessa idea e realizzarla, commercializzarla, anche meglio di come facciamo noi.
Ovviamente si dirà che questo è la legge, ma la Morale dice altro. Certamente. Resta sempre un interrogativo: è possibile con certezza affermare che si tratta di "copia"? E chi deve accertarlo? Le idee sono nell'aria, circolano, si diffondono, le introiettiamo anche senza rendercene conto. E' del tutto possibile che a più persone venga in mente di sfruttare un polsino di camicia per farci un portamonete o un portafogli, come personalmente ho verificato recentemente. Facciamocene una ragione.
L'ultima riflessione che mi viene in mente è sulle discussioni che si sviluppano sull'argomento in Italia. Da tanto tempo visito, leggo, guardo blog stranieri, e da loro ho imparato moltissimo. Sono blog generosi di spunti, di idee, di progetti, di tutorial. Tantissimi progetti che conosco, mi capita di ritrovarli nei nostri blog/siti, e molto probabilmente e inevitabilmente anche a me sarà capitato di riprodurre alla mia maniera qualcosa che ho visto chissà quando e chissà dove. Io credo che sia davvero molto difficile stabilire quale sia il confine per parlare di copia o di progetto rivisitato, perché il meccanismo che ci porta alla creazione di un oggetto è misterioso e nessuno di noi potrebbe giurare di non avere mai visto nulla che somigli a quello che abbiamo per le mani adesso. Eppure in tanti sono certi che quel che hanno prodotto le proprie mani, nessuno mai l'ha creato! L'Italia, paese di inventori, naviganti e poeti!
Mai ho visto tante persone preoccupate che altri possano copiare i propri oggetti, mai tanti blog come quelli italiani dove si espongono banner e disclaimer che in vario modo invitano i lettori a rispettare il copyright, mai tanti oggetti "coperti" da registrazione (????), o foto coperte da diritti assoluti, come quelle italiane. Perché? Possibile che solo noi siamo così?
Credo che dobbiamo imparare a fare un passo in avanti. Accettare che usare questo mezzo significa condividere, e se non vogliamo esporci allora dobbiamo brevettare tutto. Imparare che quando si ha un diritto, si ha anche un obbligo (di correttezza), altrimenti rischiamo di essere peggiori di coloro che deprechiamo. Credere di più in quel che facciamo significa anche che se davvero abbiamo avuto un'idea brillante, dobbiamo essere in grado di farla emergere.
Sentiamoci liberi di creare, liberi da legami ma liberi anche dalla rabbia, dal risentimento verso chi non si è comportato bene verso di noi, liberi anche di fregarsene se qualcuno vende un oggetto esattamente uguale al nostro. Le nostre mani non sono imprigionate dall'altrui desiderio di copiarci, la nostra voglia di fare non è legata alla presunta mala fede altrui, le nostre possibilità di emergere non sono limitate dall'esistenza di altri (sebbene scorretti). Impariamo l'enorme virtù della leggerezza, che vince sempre sulla pesantezza delle discussioni infinite. Pensiamo a creare e lasciamo da parte la cattiveria, vi prego!
Vi voglio immaginare sempre col sorriso :)