Ed eccoci a Natale! Il giorno del Natale è finalmente arrivato!
I bambini, i più sognatori, aspettano di svegliarsi per ritrovare i regali che Babbo Natale ha lasciato per loro, mentre gli adulti hanno iniziato già la loro giornata di preparativi per il pranzo.
Quest'anno si respira più sobrietà nell'aria, qualcuno dice che è un Natale povero. Sicuramente molte famiglie, tutti forse, hanno ridimensionato i festeggiamenti, lo sfarzo dei pasti, il numero di regali. Così anche la mia, ma devo dire che non mi pare affatto un male, tutt'altro.
Il Natale è povero per definizione, forse il nostro non lo è ancora abbastanza. Non ancora per accorgerci davvero che quello che importa è l'essenziale, quello che (come diceva il Piccolo Principe) "è invisibile agli occhi".
Vi confesso che da qualche anno a questa parte ci penso più intensamente, e sono sicura che sia dovuto al fatto che gli ultimi anni siano stati contraddistinti dall'essere circondati dalla malattia. Non sono mai stata una persona dedita allo shopping (tantomeno natalizio) né particolarmente dedita a festeggiamenti e bagordi, ma in questi ultimi anni mi è parso così vuoto dedicarmi a quel che di solito si usa fare in queste occasioni, faccio fatica anche a pensare come Babbo Natale, mi pare che 'sti bambini abbiamo sempre troppo, che ogni desiderio sia sempre un eccesso di cui potrebbero tranquillamente fare a meno (e spesso senza sentirne nemmeno il peso). Più ascetica che epicurea? può darsi... Vorrei ancora che riflettessimo sul "Natale scomodo" di cui scrissi l'anno scorso.
Tante cose stanno cambiando nella mia vita, tante nuove convinzioni, un nuovo stile di vita si sta a poco a poco delineando. Vorrei imprimere più velocità, a volte, ma mi fermo, perché ho imparato che ogni scelta ha bisogno del suo tempo per maturare sotto il cielo (cit. Qoélet).
Ma sto divagando. Quello che volevo dire è che quest'anno il mio Natale lo dedico alla riflessione, a quello che sono, a quello che mi circonda, a quello che vorrei e a quello che vorrei fare. Alle persone che vorrei accanto a me in questo percorso, a quelle che già vedo e a quelle che incontrerò nel cammino. Ai bambini con cui mi capiterà di passare il mio tempo, con cui sperimentare e apprendere la pazienza. Agli anziani e ai loro racconti, come ai loro silenzi. Ai malati, alla speranza e al coraggio.
E a tutti voi che siete riusciti a leggere fino ad ora i miei sproloqui!